Con la nuova Legge di Bilancio del 2021 facciamo il punto sulle ultime notizie in tema di pensione, con diverse conferme rispetto all’anno scorso e qualche novità.
Cosa c’è da sapere per Opzione donna e Ape Sociale? Che cosa significa il temine Isopensione? Vediamolo insieme.
Riforma pensioni 2021: proroga Opzione donna
Nella riforma delle pensioni 2021 viene confermata l’Opzione donna per tutto il 2021.
Questa misura per la pensione anticipata permette alle lavoratrici di andare in pensione con 58 anni di età, 59 per le autonome, e 35 anni di contributi.
I requisiti per accedere alla pensione anticipata Opzione donna devono essere acquisiti entro il 31 dicembre 2020.
Rimane la finestra tra il raggiungimento dei requisiti per la pensione e la decorrenza della stessa di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.
Come si legge nel testo della Legge di Bilancio viene modificata anche la data per la trasmissione delle domande del comparto scuola e AFAM entro il 28 febbraio 2021.
Riforma pensioni 2021: Ape Sociale
Per chi non ha raggiunto i requisiti per andare in pensione è possibile aderire all’opzione Ape sociale.
Si tratta di un meccanismo che permette ai soggetti in determinate condizioni, come i disoccupati per esempio, di congedarsi a 63 anni di età e 30 di contributi.
Con la proroga fino al 31 dicembre 2021 della misura dell’Ape sociale si può anticipare a 63 anni la pensione fino al raggiungimento dell’età per quella di vecchiaia oggi a 67 anni.
L’indennità mensile è pari al trattamento di pensione erogato al momento della richiesta di accesso alla misura.
Questo meccanismo purtroppo non vale per coloro che non hanno beneficiato della prestazione di disoccupazione per carenza del requisito assicurativo e contributivo.
Riforma pensioni 2021: novità per il contributo di solidarietà
La Legge di Bilancio 2021 accoglie la sentenza della Corte Costituzionale n. 234/2020 sul contributo di solidarietà richiesto alle persone che percepiscono le cosiddette pensioni d’oro.
Il periodo entro il quale richiederlo passa da 5 a 3 anni.
Ecco nel dettaglio la disposizione inserita nel comma 372 della sentenza.
“Per assicurare la necessaria copertura finanziaria alla sentenza della Corte costituzionale n. 234 del 9 novembre 2020, che ha ridotto da cinque a tre anni la durata del periodo di applicazione delle misure previste dall’articolo 1, comma 261, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, è autorizzata la spesa di 157,7 milioni di euro per l’anno 2022 e di 163,4 milioni di euro per l’anno 2023.”
Riforma pensioni 2021: calcolo requisiti per part-time verticale
Un’altra novità per la riforma delle pensioni 2021 riguarda il calcolo dei requisiti per la pensione con il part-time verticale.
Nella Legge di Bilancio 2021 sono indicati i requisiti ai fini della pensione e in particolare i periodi non interamente lavorati che il contratto part-time:
Ecco il testo di riferimento:
“il periodo prestato con contratto di lavoro a tempo parziale sia da considerare per intero utile ai fini dell’acquisizione del diritto alla pensione, nei limiti previsti dall’applicazione del minimale retributivo previsto all’art. 7 comma 1 del dl 463/1983. In particolare, la norma dispone che il numero di settimane da assumere ai fini pensionistici si determina rapportando il totale della contribuzione annuale al minimale contributivo determinato ai sensi del suddetto articolo.”
Riforma pensioni 2021: estensione Isopensione
Anche l’isopensione (la pensione anticipata pagata dall’azienda) viene prorogata per il 2021 ed estesa fino al 2023.
Per le aziende con più di 15 dipendenti con personale eccedente l’isopensione può servire per accompagnare alla pensione i lavoratori più anziani attraverso accordi sindacali.
In questo modo, tramite un accordo che deve essere validato dall’INPS, il lavoratore che può raggiungere i requisiti minimi per la pensione entro i 7 anni successivi, di vecchiaia o anticipata.
In questo periodo di tempo che manca al raggiungimento della pensione vene riconosciuto un contributo a carico del datore di lavoro equivalente al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti.
Riforma pensioni 2021: il contratto di espansione
La revisione del contratto di espansione è un’altra piccola novità in ambito pensioni contenuto nella Legge di Bilancio 2021.
Questa misura viene rafforzata ed è esteso anche alle aziende con più di 250 dipendenti.
Vuoi sapere che cos’è il contratto di espansione? Te lo dico subito.
Il contratto di espansione è un accordo sindacale che consente alle aziende con più di 1.000 dipendenti di accedere per il 30% alla cassa integrazione straordinaria per 18 mesi.
Inoltre il contratto di espansione prevede uno scivolo per i lavoratori che si trovano ad almeno 5 anni dalla pensione e che hanno maturato il requisito contributivo minimo di 20 anni di contributi versati.
Lo Stato si fa parzialmente carico dei costi dello scivolo e integra con la Naspi l’indennità per il lavoratore che accede a questa sorta di pensione anticipata.
La Legge di Bilancio prevede che:
- possono accedere al contratto di espansione le aziende con almeno 250 dipendenti;
- le aziende con almeno 500 dipendenti avranno oltre lo scivolo per i lavoratori a 60 mesi dalla pensione, la Naspi coperta dallo Stato fino a due anni e accesso alla cassa integrazione fino al 30%;
- per le imprese con almeno 1.000 dipendenti per ogni 3 uscite vi è l’obbligo di assumere almeno un lavoratore fino a ulteriori 12 mesi di sconto Naspi e gli anni diventano 3.
Riforma pensioni 2021: salvaguardia esodati
Nella Legge di Bilancio 2021 c’è spazio anche per gli esodati, gli ex lavoratori che con la Legge Fornero sono rimasti esclusi dal reddito da lavoro, ma anche dalla pensione per un cambio dei requisiti.
La nona salvaguardia permetterà a circa 2.400 persone di andare in pensione secondo i requisiti in vigore fino al 31 dicembre 2011.
Per ottenere il beneficio si dovrà fare domanda all’INPS entro il 2 marzo 2021.