Pandemia da Coronavirus: che succede ai tuoi investimenti?

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Pandemia. Una parola che spaventa persone e mercati, perché lancia l’allarme di un’emergenza sanitaria diffusa in tutto il mondo.

Fino a qualche settimana fa eravamo convinti che l’epidemia da Coronavirus si poteva contenere in Cina, dove è scoppiato il contagio. La verità, purtroppo, ci ha portato a scenari del tutto diversi.

L’Italia si è trovata ad essere il Paese più colpito dalla malattia dopo la Cina e ha dovuto adottare misure drastiche per contenere la diffusione del virus. Così siamo arrivati alla chiusura di Atenei e scuole, di quasi tutte le attività commerciali e il blocco di tutte le altre attività ritenute non necessarie.

Prima di analizzare il comportamento dei mercati finanziari e dare qualche indicazione utile per affrontare questa crisi, ripercorriamo insieme le principali tappe di questa epidemia.

La storia del coronavirus: da influenza a pandemia.

Ripercorriamo brevemente tutte le tappe fondamentali della storia del nuovo coronavirus (comunemente abbreviato in COVID-19), dalle prime polmoniti anomale alla scoperta del virus, alla dichiarazione dell’emergenza sanitaria, per poi arrivare al contagio in Italia e, infine, alla dichiarazione di pandemia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

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Dicembre 2019: primi casi a Wuhan capoluogo della regione dell’Hubei. È l’epicentro del contagio mondiale. All’inizio, però, i malati (e i decessi) venivano attribuiti a “polmoniti anomale”.

L’elevato rischio di contagio del coronavirus mette a rischio medici e personale sanitario.

Gennaio 2020: il Governo cinese dichiarano che il patogeno responsabile è un nuovo ceppo di coronavirus, simile a quelli responsabili della Sars e della Mers. Di conseguenza, capendo che il virus si può diffondere per contatto tra le persone, le autorità chiudono l’intera provincia dell’Hubei. 60 milioni di persone sono messe in quarantena e confinate in casa. Negozi chiusi.

Febbraio 2020: Dopo i due cinesi curati allo Spallanziani di Roma, emergono diversi casi di coronavirus nel lodigiano, in Lombardia: si tratta di persone non provenienti dalla Cina, un nuovo focolaio di cui non si conosce ancora l’estensione. Alcuni dei paesi colpiti (Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo ed altri) sono chiusi per quarantena.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità il giorno 11 marzo 2020 dichiara la pandemia da COVID-19

Marzo 2020: il contagio si diffonde in tutta Italia, in modo particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Marche. Il Governo inizia una stretta sempre più evidente alla circolazione delle persone, fino ad arrivare al famoso decreto del 9 marzo con cui in premier Giuseppe Conte dichiara il “lockdown” di tutta l’Italia. L’11 marzo l’OMS dichiara lo stato di pandemia.

Ad oggi, in Italia, il numero dei positivi e dei deceduti è decisamente significativo, mentre gli ospedali (soprattutto al nord) faticano a gestire un numero sempre maggiore di pazienti che necessitano di cure in terapia intensiva.

La Cina a 3 mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria da coronavirus.

Mentre l’Europa combatte la sua battaglia e il resto del mondo si prepara alla guerra contro il virus, che succede in Cina ad ormai tre mesi dall’inizio dell’epidemia? Da diversi giorni i contagi si sono fermati, aumentano i guariti e, poco alla volta, il Paese riprende le sue attività.

Questa breve storia ci servirà per comprendere cosa possiamo aspettarci nelle prossime settimane.

Coronavirus e mercati azionari: cosa succede?

La rapida diffusione diffusione del coronavirus in tutto il mondo, portando l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dichiarare lo stato di pandemia, ha avuto un impatto dirompente sui mercati, con crolli importanti di tutti i listini azionari mondiali e tornando ai livelli del 2008. In una settimana abbiamo bruciato 12 anni di crescita.

L’andamento del mercato azionario italiano dal 2002 ad oggi. Non sono mancati storni importanti ma anche vigorose riprese.

In questo scenario complicato e pieno di incertezza, quali sono gli elementi dell’economia che risentono maggiormente di questa situazione? Vediamolo insieme.

PRODUZIONE: importanti settori produttivi, per Decreto o per scelta di sicurezza nei confronti dei propri lavoratori, si sono fermati.

MATERIE PRIME: c’è una contrazione importante di numerosi settori proprio a causa di una minore domanda generalizzata;

CONSUMI: la necessità di contenere il contagio ha portato un immobilismo della circolazione di persone e merci. L’effetto è stato un calo di settori importanti, come ad esempio quelli del turismo, della moda e della ristorazione.

Coronavirus e mercati azionari: cosa fare adesso?

In questo momento di estrema incertezza, l’obiettivo fondamentale è la mitigazione del rischio, cioè reggere l’impatto della volatilità del periodo, preservando il valore degli investimenti. Contemporaneamente, è anche possibile cogliere le opportunità che comunque non mancano.
In che modo?

GESTIONE ATTIVA DELL’INVESTIMENTO: adattare le componenti del portafoglio in modo da ridurre l’esposizione verso aree geografiche e settori che maggiormente soffrono l’impatto del coronavirus.

DIVERSIFICAZIONE: il mondo è ormai globalizzato, ma diversificare per comparti, gestori e stili di investimento aiuta a ridurre la volatilità.

SOSTENIBILITÀ: è la parola chiave del prossimo futuro e riguarda l’ambiente, il sociale e la governance (ESG). Ci sono settori che possono continuare ad offrire servizi e consulenza e questo consente di non fermare l’attività. Pensiamo ad esempio allo smart working e all’incremento dell’investimento che le aziende, per scelta o per necessità, hanno dovuto affrontare per reagire in modo attivo ai Decreti del Governo.

TREND DI LUNGO PERIODO: investire guardando ad on orizzonte più ampio consente di cogliere le opportunità del momento (ogni storno di mercato è sempre un’opportunità di investimento) e guardare ai cicli storici di riferimento (ad esempio l’andamento dei mercati durante la SARS)

Coronavirus: la mappa dei contagi nel mondo

Coronavirus e mercati azionari: cosa aspettarsi?

Le borse mondiali sono scosse da uno scenario di incertezza a livello globale causato da una grave emergenza sanitaria: il Coronavirus. Ma è la prima volta che assistiamo ad un evento di questa tipologia e così fuori dall’ordinario?

Non proprio. La SARS, epidemia influenzale che scoppiò a fine 2002, ne è un esempio. Ad un anno dall’esplosione di quell’epidemia tutti i principali settori azionari della borsa americana hanno fatto registrare performance positive (pallini azzurri nel grafico di destra).

Confronto dei mercati tra coronavirus e SARS. La statistica evidenza una somiglianza e, quindi, uno sviluppo positivo per il futuro.

La buona notizia, quindi, è che questi eventi, per quanto possano apparire gravi, una volta affrontati ed efficacemente contenuti cessano di deprimere i mercati che, anzi, hanno saputo mettere in campo una rapida ripresa al mitigarsi dell’emergenza.

Coronavirus e mercati azionari: linee guida principali

Il momento che stiamo vivendo è indubbiamente delicato e serio. Ciò nonostante, è importante evitare comportamenti irrazionali che potrebbero realmente compromettere i propri risparmi. Ecco quindi una serie di linee guida da seguire:

Non disinvestire per non consolidare le perdite;

Fare iniezioni di liquidità per mediare sul valore dell’investimento;

Diversificare per aree geografiche e linee di investimento, puntando sul settore della Sostenibilità

Conclusione

La pandemia da coronavirus è sicuramente qualcosa di serio, che ci fa paura perchè il ischio di contagio è elevato e mette anche a dura prova i nostri risparmi. L’analisi della storia passata e comportamenti razionali sono gli unici deterrenti ad azioni che possono peggiorare la situazione.

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