Investimenti emotivi: come evitare di perdere soldi.

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Ti senti l’archetipo dell’investitore razionale che basa le proprie scelte su accurati calcoli e previsioni matematiche?

Ti svelo un segreto: la statistica e la psicologia ci dicono che non siamo affatto così razionali come pensiamo di essere.

La verità è che negli acquisti di tutti i giorni, come pure nelle scelte legate alla gestione dei nostri soldi, pensiamo di avere la situazione sotto controllo ma 9 volte su 10 le nostre scelte sono frutto di comportamenti emotivi e irrazionali.

Siamo macchine pensanti ma agiamo in modo emotivo. Fa parte del nostro DNA.

Sei mai entrato in un supermercato per comprare un litro d’acqua e sei uscito con il carrello pieno, senza spiegarti perché?

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Hai mai comprato l’ultimo modello di cellulare scoprendo che, a perte essere più figo, è esattamente uguale a quello precedente?

Se sono fatto così perché devo preoccuparmi delle mie scelte emotive?

Bella domanda. Spesso me lo chiedo anche io.

La risposta più utile che spesso condiviso con i miei clienti è che comprendere i meccanismi emotivi alla base delle nostre scelte di investimento ci aiuta a frenare i comportamenti sbagliati.

La finanza comportamentale e i bis cognitivi.

Da decenni psicologi e studiosi di scienze sociali si sono occupati di studiare i nostri comportamenti d’acquisto.

La finanza comportamentale è proprio lo studio del rapporto psicologico che abbiamo con il denaro.

La finanza comportamentale ci aiuta a scoprire l’esistenza di alcuni modelli comportamentali soggettivi (detti bias cognitivi) che non sono fondati sulla razionalità, ma che utilizziamo nelle scelte che riguardano la gestione dei nostri investimenti. 

Ti sembrerà assurdo ma se continui a leggere capirai che è davvero così!

Vuoi sapere quali sono i tuoi bis cognitivi che sicuramente riconoscerai leggendoli?

Bias cognitivo: le scorciatoie di pensiero.

Immagina di affrontare una situazione complessa e difficile, come ad esempio la scelta del migliore investimento per far crescere i tuoi soldi.

Invece che impegnarsi in analisi, grafici e studi statistici, quasi certamente il tuo cervello scava nel suo archivio e trova la migliore scorciatoia per risolvere il problema.

 

Questa strategia cognitiva, detta euristica, non proviene dalla razionalità, ma ha piuttosto a che fare con la comodità di voler trovare nel modo più semplice una rapida soluzione.

Le euristiche sono un numero limitato di regole intuitive che permettono alla nostra mente di elaborare grosse moli di informazioni riducendo la complessità del problema.

Queste “scorciatoie mentali” hanno lo scopo primario di fornirci protezione, permettendoci di operare in poco tempo decisioni fondamentali. 

Vuoi un esempio?

il numero

1.232.434.535.677.867.889.643.243.574

è un numero pari o dispari?

In teoria, agendo secondo i principi della matematica, prima di rispondere dovresti dividere il numero per due e verificare se c’è un resto.

Operazione complicata!

La tua mente, però, sa bene che basta controllare l’ultima cifra a destra ( 4 in questo caso ) per poter dire che il numero è pari.

Ecco! questa è un’euristica.

Bias cognitivo: l’effetto framing

Ti è mai capitato di scegliere cosa ordinare al ristorante e scoprire che l’ordine in cui è scritto il menù cambia la tua percezione?

Dalla prossima volta fai attenzione e scoprirai che è proprio così!

Il modo in cui ci vengono fornite le informazioni determinano le nostre decisioni. Questo si chiama effetto framing ed è uno dei responsabili delle nostre scelte irrazionali.

Le stesse informazioni su un investimento (ad esempio costi e benefici) riportate in sequenza diversa producono scelte diverse.

Basta uno sguardo per capire chi è davvero ricco e chi è povero?

Vuoi un esempio?

Il professor Paul Samuelson, vincitore del premio Nobel per l’Economia nel 1970, propose il seguente quesito ai suoi alunni di università:

“Accettereste una scommessa in cui si vincono 200 euro se esce testa e se ne perdono 100 se esce croce?”

Il professore aveva notavo che la maggioranza dei suoi alunni rifiutò la scommessa perché considerata troppo rischiosa.

Allora, tentò di proporre la stessa scommessa per due volte consecutive. La percentuale di rinunce aumentò ancora.

Infine, il professore decise di proporre agli stessi partecipanti un’ultima scommessa.

“Avete il 25% di possibilità di vincere 400 euro, il 50% di vincere 100 euro e il 25% di perdere 200 euro. Accettereste questa scommessa?”

Quest’ultima proposta suscitò un maggiore apprezzamento tra gli alunni. Eppure, le probabilità che essa offre equivalgono esattamente alla scommessa precedente, cioè ripetere il lancio della moneta per due volte di fila.

Perché mai gli alunni l’avrebbero preferita?

Nel caso di un doppio lancio di una moneta, gli individui valutano i due lanci in modo indipendente fissando al 50% le probabilità di perdere denaro in ogni lancio.

Nell’ultima scommessa invece, che aggrega le percentuali dei due lanci, gli individui assumono da subito una vista generale e semplificata.

Bias cognitivo: il mental accounting

Si tratta di una teoria sviluppata dall’economista Richard Thaler, secondo cui le persone tendono a ragionare per conti mentali.

Il comportamento più diffuso riguarda la categorizzazione del denaro in base alle fonti di provenienza.

Ad esempio, il denaro derivante dal reddito da lavoro tende ad essere impiegato in investimenti poco rischiosi, mentre il denaro ottenuto in modo occasionale, come ad esempio quello derivante da una vincita o un premio, verrebbe impiegato per investimenti più rischiosi.

Il valore che diamo al denaro cambia a seconda della fonte da cui proviene?

É come se il valore del denaro cambiasse a seconda della fonte da cui proviene.

Ti sembra razionale immaginare che il valore del denaro cambia in base alla fonte di provenienza?

Anche questo è un evidente errore della mente, che ci porta ad esempio ad essere più propensi a rischiare i guadagni di un investimento piuttosto che il capitale di base.

Bias cognitivo: l’incoerenza temporale.

In economia questo concetto esprime il fenomeno per cui una persona adotta atteggiamenti incongruenti nel corso del tempo nei confronti di una attività.

In altre parole, ciò che oggi è considerato ottimale, domani viene considerato errato, con un repentino cambio delle preferenze.

Molto spesso questi contrastanti approcci generano stati emotivi come insicurezza, ripensamento e indecisione.

Bias cognitivo: l’effetto gregge

Questo è il bis cognitivo più conosciuto ed equivale a quel fenomeno per cui una persona replica i comportamenti altrui perché ne viene socialmente influenzata.

Nel concreto, agiamo sulla base di motivazioni esterne, ovvero della massa, e non delle nostre reali convinzioni.

Un esempio di come l’effetto gregge condiziona negativamente le nostre scelte di investimento?

Quadra l’immagine e capirai da solo quante volte le tue scelte sono state condizionate da quello che facevano gli altri. E spesso erano sbagliate, almeno per te!

Effetto gregge nei mercati finanziari.
Effetto gregge nei mercati finanziari.

 

Conclusioni

Siamo arrivati alla fine di questo viaggio nei meandri della nostra mente, che spesso ci inganna perché vuole scegliere la soluzione che richiede il minor sforzo cognitivo.

Ecco perché per limitare questi errori è importante affidarsi ad uno specialista in grado di aiutarti a gestire i tuoi risparmi in modo consapevole e razionale.

 

Articolo aggiornato il 02 gennaio 2022.

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